Carissimo Don Matteo
Ho rivisto con piacere ed emozione la fotografia scattata nel 1958 in occasione della rimessa a posto del campanone sul campanile della chiesa parrocchiale. All’epoca io avevo poco più di otto anni ma di quel giorno ho un ricordo molto bello anche per via di un fatto particolare di cui fui protagonista in quel giorno. Nella foto che hai pubblicato io non ci sono. Oltre a Don Aldo, il sindaco Filippo Verna, il segretario comunale Francesco Di Tommaso, Giuseppe Rotunno, i miei coetanei Paolo Del Santo e Luigi Gattone e il capomastro Francesco Di Marino che gestiva il lavoro di installazione. Quando si trattó di issare il campanone Francesco Di Marino comunicò ai presenti che non si sarebbe usata una normale carrucola ma un misterioso dispositivo tecnico: un paranco. Il paranco avrebbe minimizzato lo sforzo per tirare su il pesante campanone fino al punto che anche un bambino avrebbe potuto compiere l’impresa! A questo punto Francesco si guardò intorno e decise di scegliere me come bambino idoneo a tirare su il campanone. Disse anche che aveva scelto me perché io ero, e sono, un discendente della famiglia soprannominata “del forte” (du fort). Con questo presupposto e con l’aiuto del fantastico paranco l’operazione mi riuscì brillantemente! Non so se nell’archivio della parrocchia esiste qualche foto che testimonia questo che per me resterà sempre un simpatico ricordo. Negli anni successivi ogni volta che incontravo Francesco Di Marino (u surd) lui mi ricordava questo episodio.
Cordiali saluti e complimenti per le tue brillanti iniziative.
Peppino Di Sciullo